“Riaffermo la mia obbedienza e la mia disposizione fedele alla missione della Chiesa”. Con questo impegno, il missionario clarettiano Canri Situmorang è stato ordinato sacerdote questo sabato mattina a Barcellona. Era circondato da un centinaio di fratelli della congregazione, amici e parrocchiani, e anche da coloro che hanno seguito la celebrazione via internet dall’Indonesia e da altri luoghi del mondo. “Tutto questo è molto grande, come l’amore gratuito di Dio”, ha detto Situmorang, visibilmente commosso dal dono della fede e dall’impegno che aveva appena preso. In particolare, ha ringraziato Dio per averlo aiutato a “dire sì” al di là delle sue “diffidenze e debolezze”.
Il vescovo ausiliare di Barcellona, Javier Vilanova, ha presieduto l’ordinazione sacerdotale nel santuario del Cuore Immacolato di Maria a Barcellona. Con lui hanno concelebrato per la prima volta il recentemente ordinato Canri Situmorang, il provinciale di San Paolo, Ricard Costa-Jussà, e il delegato della provincia in Catalogna, Máxim Muñoz. Due clarettiani significativi della formazione di Situmorang da quando è stato assegnato alla provincia di San Paolo nel 2015.
Era anche accompagnato da tutto il governo provinciale –insieme a Ray Adormeo, Josep Codina, Rafael Gómez e Renato Caprioli–, dal rettore della parrocchia, Shinto Thomas, dai rappresentanti delle comunità clarettiane della Catalogna, così come da diverse persone legate alla famiglia clarettiana e alla comunità parrocchiale.
“Il frutto che vi chiediamo è di amare”
Nella sua omelia, l’arcivescovo Vilanova ha parlato della missione che Dio gli affida: “Il frutto che ti viene chiesto è che tu ami”. Ha chiesto al clarettiano di lavorare per la comunione della Chiesa “dall’Oriente all’Occidente”, di essere “un umile e fedele strumento di Dio” e di essere un buon pastore, come lo fu Gesù e lo stesso Sant’Antonio Maria Claret. Del fondatore dei missionari clarettiani, ha letto la preghiera in cui chiede a Dio “di cercare con ogni mezzo di condividere il tuo amore con tutti”.
Situmorang è stato rivestito dai suoi fratelli clarettiani con la stola e la casula, proprie del ministero che eserciterà. E ha assunto questo impegno di servizio ecclesiale, “con il dono del sacerdozio” ricevuto dalle mani del vescovo Vilanova. “Ora che attraverso il sacramento sono stato costituito suo collaboratore, riaffermo la mia obbedienza e la mia disposizione fedele alla missione della Chiesa”.
“Devo la mia seconda nascita alla congregazione clarettiana”
Nel suo discorso alla fine della celebrazione, si è rivolto anche ai fratelli clarettiani: “Devo la mia seconda nascita alla congregazione clarettiana”. Li ha ringraziati per la formazione ricevuta, sia in Indonesia che in Catalogna, e ha espresso la sua stima per la spiritualità clarettiana e il suo “senso apostolico e missionario”.
Il clarettiano ha salutato in modo speciale i suoi genitori, i suoi fratelli e i clarettiani della delegazione di Indonesia-Timor Este, che hanno potuto seguire la cerimonia via Internet. Ha sottolineato “tanta diversità riunita qui”, riferendosi a coloro che lo hanno seguito via internet, così come all’assemblea presente nel Cuore Immacolato di Maria a Barcellona.